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Fallimenti 2018 in calo del 6%

martedì 19 febbraio 2019

Nel 2018 i fallimenti delle imprese italiane sono diminuiti del 5,9% rispetto al 2017 (da 11.939  a 11.233), con cali più significativi nel settore industriale (-8,1%, 2.010 aziende fallite) e più contenuti nell’edilizia (-2,3%), dove le imprese a chiudere i battenti sono state 2.248. È quanto emerge dall’Analisi dei fallimenti in Italia condotta da CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nella business information.

L’analisi ha rilevato nel 2018 3.475 fallimenti nel settore “commercio” (-6,4%) e 2.609 nei “servizi” (-6,7%). Negli ultimi 10 anni il 2014 è stato l’anno con più imprese fallite nel settore “commercio” (4643), “industriale” (3.343) ed “edilizia” (3.343), mentre il 2015 è stato l’anno nero per il settore servizi (3.019).

Da un focus sugli ultimi 10 anni si evince che le aziende che hanno portato i libri in tribunale lo scorso anno sono quasi il 20% in più rispetto al 2009 (9.384). Tra 2010 e 2009 il numero di imprese costrette alla chiusura è cresciuto del 16%: l’incremento più elevato del decennio seguito da quello rilevato tra 2012 e 2013 (+15,6%).

La Lombardia, motore economico dell’Italia, è la regione dove si registra il più elevato numero di fallimenti (2.433, 21,8% del totale), seguita dal Lazio (1417, 12,7%) e dalla Toscana (933, 8,3%). Poco più distante il Veneto (902, 8,1%), che precede Campania (854, 7,6%), Sicilia (749, 6,7%) ed Emilia-Romagna (745, 6,6%). In Piemonte il numero di aziende costrette a chiudere i battenti (720) è più elevato del 43% rispetto a quello che CRIBIS ha rilevato in Puglia (493) ed è più del doppio rispetto a Marche (328), Sardegna (285) e Calabria (272).

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