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70% dell'export italiano in mano a 5 Regioni e Milano batte tutti

venerdì 29 novembre 2019

Il 70% delle aziende esportatrici è concentrato tra Lombardia (29,2%), Veneto (13,7%), Emilia-Romagna (10,6%), Piemonte (8,9%) e Toscana (8,1%), da dove si esportano merci per un valore pari ai 3/4 del totale nazionale. È quanto emerge dallo Studio sulle aziende esportatrici realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, che ha esaminato i dati di un campione di 110 mila aziende che scambiano con l’estero beni e servizi per 400 miliardi di euro (80% circa del totale nazionale).

 Meno di un’azienda piemontese su 10 (8,85%) ha relazioni commerciali con l’estero e una situazione simile è stata rilevata da CRIBIS in Toscana (8,05%). La quota di imprese esportatrici si riduce progressivamente in Campania (4,34%), Lazio (3,93%), Marche (3,37%), Puglia (3%) e Friuli-Venezia-Giulia (2,91%), per poi raggiungere quote inferiori all’1% in Calabria, Sardegna, Basilicata, e Valle d’Aosta.

La provincia italiana dove si concentra il maggior numero di aziende esportatrici è quella milanese (11%, pari al 14,8% del valore dell’export italiano); questo in virtù del fatto che ormai Milano è l’hub del commercio e dei servizi in Italia.

L’analisi della situazione italiana rispetto al tema dell’export nasce anche grazie al recente lancio di una nuova suite di soluzioni: CRIBIS Export. Questo nostro prodotto infatti vuole supportare, nelle diverse fasi, tutte quelle PMI che decidono d’intraprendere un percorso di internazionalizzazione. Dall’autovalutazione e l’analisi dei mercati più potenziali, alla ricerca di nuovi clienti, distributori e importatori fino al monitoraggio del rischio di credito e alla consulenza operativa per l’export.

Proseguendo poi lo studio, CRIBIS evidenzia come in soli 15 settori produttivi si concentri il 70% del valore totale degli scambi internazionali del nostro Paese. In testa ci sono i macchinari industriali (14,6%), e in successione attrezzature da trasporto (8,4%), prodotti alimentari e attrezzature elettriche ed elettroniche (6,2% ciascuna), metallurgia (5,9%), prodotti chimici e manufatti in metallo (5,8% ciascuna).

Analizzando nel dettaglio i singoli settori produttivi si è notato che la maggiore incidenza di aziende esportatrici si registra nel comparto prodotti chimici, dove più di un’azienda su tre (34,6%) ha interscambi con l’estero. A seguire ci sono i macchinari industriali (31%) e gomma e plastica (29,7%).

Inoltre si è avuto modo di osservare che il 60% delle aziende esportatrici ha fatturati in crescita mentre per quel che concerne la dimensione delle imprese oltre la metà (51,5%) è costituita da microimprese che però genera solo il 4,8% del fatturato nazionale estero.

In linea generale le aziende che esportano sono più affidabili: il 38% ha una rischiosità commerciale bassa contro una media nazionale del 9% e solo il 6% paga i fornitori con ritardi superiori ai 30 giorni, contro una media nazionale dell’11,5%.

 

 

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