Torna a : News

Fallimenti in forte calo nel 2017

mercoledì 26 aprile 2017

Fallimenti delle imprese italiane in continuo calo. Nei primi tre mesi del 2017 sono state infatti 2.998 le aziende italiane che hanno portato i libri in tribunale, il 16,8% in meno rispetto ad un anno fa. Un buon segnale dal mercato che dà continuità alle buone notizie emerse dall’anno appena concluso e  che conferma il consolidamento dell’inversione di tendenza positiva dopo gli ultimi anni caratterizzati da un costante aumento dei fallimenti, che aveva toccato il suo picco nel 2014, con un totale di 15.336 casi, 3.760 solo nel primo trimestre dell’anno.

Complessivamente, nel primo trimestre dell’anno sono fallite in media 47 imprese al giorno, circa 2 ogni ora. Malgrado il progressivo ripiegamento del fenomeno va però sottolineato come il numero dei fallimenti registrati risulti ancora decisamente più elevato rispetto al 2009, quando i riflessi dell’incipiente crisi non erano ancora così evidenti. Rispetto a otto anni fa, quando i fallimenti erano 2.200, i fallimenti registrano un +36,3%.

Questo quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell'Analisi dei fallimenti in Italia realizzata da CRIBIS: scaricala gratuitamente adesso!

La distribuzione sul territorio nazionale dei fallimenti è correlata alla densità di imprese attive nelle diverse aree del Paese: la Lombardia, con 641 casi nel corso del 2017 e una incidenza sul totale Italia del 21,4%, si conferma la regione con il maggior numero di fallimenti mentre la seconda regione più colpita è stata il Lazio, con 386 casi e un’incidenza sul totale Italia del 12,9%, seguita dalla Campania, con 275 casi e relativa incidenza del 9,2%.

A livello settoriale infine dall’analisi CRIBIS emerge che, ancora una volta, il settore che nel corso del 2017 ha fatto registrare il maggior numero di casi è stato quello del commercio, con 1.020 fallimenti. Rispetto all’anno precedente però si registra un calo del 13,7% di imprese che hanno portato i libri in tribunale. Seguono il comparto dell’industria (con 759 casi complessivi), l’edilizia (611) e i servizi (210). Tutti i restanti settori hanno fatto complessivamente registrare 398 casi.

Back to Top