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Global Supply Chain Risk, Q2 2017

martedì 1 agosto 2017

Il Global Supply Chain Risk è leggermente diminuito nel secondo trimestre del 2017. Questo è quanto emerge dal CIPS (Chartered Institute of Procurement and Supply) Risk Index, un indicatore studiato da Dun & Bradstreet che cerca di quantificare la percentuale di rischio presente nelle interdipendenze commerciali tra le aziende nel mondo.

Il rischio può essere dato da diversi avvenimenti: ad esempio decisioni di natura socio-politica ed economica che interferiscono con l’attività commerciale globale e la catena di fornitura. L’influenza di un determinato paese sulla global supply chain risk è proporzionale al peso di quest’ultimo nel commercio internazionale.

In Europa Occidentale, le elezioni francesi hanno avuto un effetto positivo sul supply chain risk, così come i nuovi accordi commerciali con il Giappone. Al contrario, in Medio Oriente, le tensioni diplomatiche e commerciali di Arabia Saudita, Barhain e UAE nei confronti del Qatar hanno senza dubbio effetti negativi sul rischio associato al commercio internazionale e la catena di fornitura.

Anche l’Italia ha un ruolo importante all’interno degli scambi internazionali, le elezioni dell’anno prossimo potrebbero avere una ricaduta importante sul mercato Europeo e mondiale a seconda di chi verrà eletto e delle riforme economiche che verranno messe in atto.

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